Alfredo Cattabiani

Scrittore

alfredo cattabianiStudiò dalla prima elementare alla terza liceo all’Istituto Sociale dei Padri Gesuiti e si laureò con Luigi Firpo alla facoltà di Scienze politiche con una tesi sul pensiero politico del conte Joseph de Maistre. Determinante per la sua formazione spirituale e politica fu l’incontro con scrittori come Mircea Eliade, Augusto del Noce, Simone Weil, René Guénon, Joseph de Maistre. Ma non meno determinante è l’aver vissuto in una Torino la cui temperie culturale Cattabiani percepiva egemonizzata «dalle contraddizioni totalitarie della cultura marxista-leninista» e dall’«intolleranza di quelle neo-illuminista e neo-positivista». Nel 1962 fondò a Torino, con altri amici che gravitavano intorno ad Augusto Del Noce, le Edizioni dell’Albero, per opporsi a quello che riteneva essere il monopolio della cultura allora dominante. Contemporaneamente collaborò a quotidiani e riviste letterarie e pubblicò un’antologia degli scritti politici di Georges Bernanos con un ampio saggio introduttivo. Nel 1965 partecipò con la relazione “Un’esperienza controrivoluzionaria dei cattolici francesi” al “Convegno sulla guerra rivoluzionaria” più tardi noto come “Convegno dell’Hotel Parco dei Principi” organizzato dall’Istituto di studi militari Alberto Pollio a Roma. Nel 1966 assunse la direzione editoriale della casa editrice Borla di Torino dove restò fino al 1969 creando nuove collane fra cui “Documenti di cultura moderna”, a cura di Augusto Del Noce ed Elémire Zolla, dove pubblicò autori allora “dimenticati” come Hans Sedlmayr, Abraham Joshua Heschel, Simone Weil, Mircea Eliade o Chogyam Trungpa. Nel 1969 si trasferì a Milano dove Edilio Rusconi gli affidò la direzione editoriale della neonata Rusconi Libri, che in breve tempo s’impose sul mercato con opere letterarie quali Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien, Difesa della luna di Guido Ceronetti, che segnò l’esordio dello scrittore, Il flauto e il tappeto di Cristina Campo, poi ripubblicato con grande successo da Adelphi negli anni ottanta con il titolo Gli imperdonabili, Heliopolis e Eumeswil di Ernst Jünger, Il quinto evangelio di Mario Pomilio e le opere di esordio del premio Nobel Patrick Modiano. Ma è soprattutto nelle collane saggistiche che la Rusconi, sotto la direzione di Cattabiani, propose una cultura di ispirazione metafisica e sapienziale con autori come il teologo Hans Urs von Balthasar, il filosofo Augusto del Noce, di cui pubblicò Il suicidio della rivoluzione e Il cattolico comunista, gli storici delle religioni Mircea Eliade, Seyyed Hossein Nasr, Ananda Coomaraswamy, René Guénon[2], l’etno-musicologo Marius Schneider, lo storico dell’arte Hans Sedlmayr, il biologo Giuseppe Sermonti, Simone Weil, Abraham Heschel, Titus Burckhardt, Fausto Gianfranceschi. A sua volta Giuseppe Prezzolini iniziò l’ultima sua intensa attività come scrittore pubblicando vari libri presso la Rusconi, dal Manifesto dei conservatori alla ormai celeberrima antologia della “Voce”. Vennero anche riproposti classici del pensiero tradizionale, da Joseph de Maistre a Pavel Florenskij, a Juan Donoso Cortés. Cattabiani impostò anche una fortunata collana musicale diretta da Piero Buscaroli e Paolo Isotta e un’altra di classici di filosofia, diretta da Vittorio Mathieu, Giovanni Reale, Giovanni Santinello e Adriano Bausola, che continua ancora oggi presso la Bompiani col nuovo titolo di “Il pensiero occidentale” e ha pubblicato con successo commerciale i classici da Platone a Plotino, da Filone d’Alessandria a Dionigi Areopagita a Meister Eckhart. Contemporaneamente tradusse opere di Simone Weil, Jules Barbey d’Aurevilly, Pierre Drieu La Rochelle; e collaborò alle pagine culturali di vari giornali. Nel 1979 abbandonò l’editoria e cambiò professione: si trasferì a Roma, dove divenne giornalista professionista dirigendo fino all’autunno del 1981 le pagine culturali e degli spettacoli del Settimanale e collaborando contemporaneamente alle terza pagina de Il Tempo, curata da Fausto Gianfranceschi. Con la chiusura del Settimanale lasciò il giornalismo attivo, limitandosi soltanto a collaborazioni a quotidiani e settimanali, preferendo rimanere indipendente da qualunque partito ed orientamento politico. Cominciò allora a ideare e condurre programmi radiofonici per la Rai e nello stesso tempo a scrivere vari libri sugli argomenti di cui fu studioso: storia delle religioni, tradizioni popolari e simbolismo.[3] Esordì con una raccolta di racconti, Bestiario, con protagonisti animali reali, simboli e incarnazioni di “energie cosmiche”, e con un dialogo filosofico e teologico su alcune piante, Erbario, ambientato sull’isola Bisentina del lago di Bolsena.

(da Wikipedia)

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