Negli “anni caldi” della Rivoluzione Scientifica v’era a Parigi un frate, dell’Ordine dei Minimi di San Francesco da Paola, che s’era accollato, in assoluta umiltà, come voleva la sua particolare professione religiosa, l’onere di fare da “secretair des savants”. A lui giungevano, da tutta Europa, le lettere degli scienziati in continua “querelle” fra di loro, ed egli si incaricava di trasmettere e ritrasmetterne la corrispondenza, di mediare le polemiche più accese, di alimentare le discussioni o, in buona sostanza, di tenere le fila di tutta una serie di dibattiti filosofici e scientifici di fondamentale importanza nel travaglio della nascita della “scienza moderna”. Attraverso di lui passarono numerose missive di Descartes, Galileo, Keplero, Gassendi, Campanella, Hobbes … che rappresentarono le basi delle grandi discussioni scientifiche ed epistemologiche della prima metà del XVII secolo. Padre Marino Mersenne, tale è il nome del Nostro, pur essendo uno scienziato ed un filosofo di vaglia, non cercò mai di comparire, anzi lasciò che molte delle sue idee gli venissero “rubate” ed invero né si lamentò né se ne dolse, solo quando ebbe a che fare con i “sorçiers”, i maghi, si accalorò, trascese, perse di vista la sua funzione di mediatore ed entrò pesantemente nella polemica.
Ora “si parva licet”, anche da parte nostra si cerca di fare da tramite fra gli studiosi delle più diverse estrazioni, di stimolare discussioni, di mediare polemiche, di intervenire nella divulgazione di nuove prospettive epistemologiche e scientifiche. In questa prospettiva, Mersenne potrebbe essere pensato quasi come il nostro “santo protettore”. Il nostro continuo “giro epistolare” con autori, lettori e corrispondenti è un iceberg, la cui parte emersa è la Rivista, ma quella sommersa è composta di una gran mole di materiale che rappresenta le ricerche, le opinioni, i pensieri di quanti ci sono stati accanto sia nella ricerca scientifica che nella pratica medica. Anche per noi, però, vi sono i maghi, coloro che tutto gia sanno o perchè la Verità è già stampata in loro ab aeterno o perchè le verità sono state trasmesse da uomini così degni di fede che è impossibile controbatterli. Noi, comunque, non entriamo in polemica, intendiamo promuovere e svolgere ricerche e studi – sia medico-scientifici che storico-epistemologici – sulle “discipline di frontiera”, nelle loro molteplici forme e relazioni e in contesti storico-teorici determinati. Per “discipline di frontiera” intendiamo tutti quei complessi teorici che non appartengono alla magia e travalicano i confini della “scienza ufficiale” sia sul piano dei metodi che dei contenuti.
Esse hanno avuto una storia, divenendo a volte le basi di ricchi e fecondi sistemi di razionalità, altre volte sono rimaste sterili o dannose. Il più delle volte sono state, e continuano ad essere, vittime dei pregiudizi e delle ideologie dello scientismo. In altre parole: a) lo studio di sistemi di razionalità “altre” rispetto all’attuale modello della razionalità scientifica; b) l’analisi storica di pregiudizi e ideologie che hanno condotto “le scienze ufficiali” a perseguitare “discipline di frontiera” in seguito riabilitate ed elevate al rango di “scienza normale”; c) la ricostruzione storica di errori e incertezze della “scienza ufficiale” e della loro pervicace resistenza; d) la presentazione e l’indagine critica di discipline di frontiera che studiano eventi non inquadrati e/o inquadrabili nell’attuale status teoretico della scienza normale, ma potrebbero, qualora si escogitasse un diverso quadro concettuale, entrare in un nuovo e corretto ambito teorico; e) l’indagine sui rapporti fra “scienza ufficiale” e “pseudoscienze eretiche” in determinati ed emblematici momenti storici, nonché l’analisi dei relativi errori, illusioni, imbrogli, verità in anticipo e anticipi di verità; f) lo studio dei meccanismi consci ed inconsci attraverso i quali la cultura discriminata si difende dalla rimozione operata dalla cultura dominante e si rigenera costantemente.
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