L’eclisse della ragione

eclisse

Questo libro non attribuisce colpe o torti al crimine dei tanti roghi in cui morirono le streghe, ma cerca di capire attraverso quali percorsi si è arrivati a tanto. In questa prospettiva di lavoro si istallano quelli che ho chiamato i “temi fondamentali” o le strutture formali su cui si istituiscono i rapporti fra gli attori della vicenda: il tema del rapporto con il potere religioso o del passaggio dal peccato di superstizione al crimine di eresia; il tema del rapporto con il potere politico o della ribellione delle forme culturali endogene verso quelle esogene; il tema del rapporto con l’istituzione giuridica o dei procedimenti penali; il tema del rapporto con il sociale o della disperazione: i tempi negati alla speranza in cui si gioca la partita del tutti contro tutti, allorché Satana diviene l’ipostatizzazione del male quotidianamente presente; il tema del rapporto etnico-culturale, dalle culture esogene, si ripresenta prepotentemente come riconoscimento della propria identità. Ma accanto a questi percorsi, più propriamente attinenti alle modalità delle discipline socio-storiografiche e di antropologia culturale, si presentano altri cammini o avventure quali sono le avventure del corpo e della mente degli uomini che hanno vissuto in prima persona la vicenda: il primo di questi prende avvio dalle condizioni igienico-sanitarie entro le quali si gioca un rapporto corpo-mente fatto di costanti e reciproche dipendenze fra la fisiopatologia e la psicopatologia con i processi ideativi (allucinazioni, fantasie, forme di pensiero…). Le ricorrenti epidemie di lebbra e di peste prima e di sifilide poi, la presenza di esiti psicopatologici ad eziologia fisiologica (legati a condizioni alimentari o a danni genetici), l’utilizzazione di farmaci psicoattivi sia a fini terapeutici che per pratiche “religiose”, le crisi endemiche di ergotismo e patologie scrofolose, le patologie tireotossiche e i danni epatici, nonché l’insorgenza di malattie mentali ad eziologia non fisiologica sono tutti eventi che, giocando un ruolo fondamentale nella vicenda “stregoneria”, ci impongono di focalizzare la nostra attenzione oltre che sulla induzione farmacologica a rilevanza psichica, anche, e specificatamente, sulla affabulazione psicopatologica e sulla connotazione archetipa dell’inconscio collettivo, qui considerato nei suoi collegamenti con l’immagine di particolari aree di rifugio, luoghi sia geografici che simbolici di insediamento della strega. E’ una storia narrata, quasi sempre, in prima persona dagli inquisitori, ma noi cercheremo di ascoltare anche gli altri quantomeno come attori della storia.

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